Il film è in distribuzione sulla piattaforma Netflix
Interpreti e ruoli
George Clooney (Augustine ), Felicity Jones (Sully), Caoilinn Springall (Iris), Ethan Peck (giovane Augustine), Kyle Chandler (Mitchell), David Oyelowo (Tom), Tiffany Boone (Maya)
Soggetto
Anno 2049, la Terra è quasi del tutto disabitata. In una stazione scientifica internazionale al Polo Nord è rimasto solo lo studioso Augustine, malato grave. L'inaspettato incontro con una bambina, Iris, lo spinge a fare di tutto per trovare uno spiraglio di salvezza...
Valutazione Pastorale
Targato Netflix, “The Midnight Sky” è uno dei film più attesi della stagione giunto sul crinale del 2020, raccogliendo però pareri divisivi. Diretto e interpretato da George Clooney – Oscar come attore non protagonista per “Syriana” (2006), tra le sue regie si ricordano “Good Night, and Good Luck” (2005), “Le idi di marzo” (2011) e “Suburbicon” (2017) –, il film prende le mosse dal romanzo “Good Morning, Midnight” di Lily Brooks-Dalton e punta a inserirsi lungo quel filone che coniuga esplorazione dello Spazio e riflessioni esistenziali, confronto con la figura paterna (da ultimo “Ad Astra”, 2019).
La trama: anno 2049, la Terra è pressoché abbandonata dall’umanità, emigrata su altri pianeti in cerca di ambienti più favorevoli; nella base di ricerca al Polo Nord è rimasto solamente Augustine (Clooney), scienziato gravemente malato e costretto a una dialisi giornaliera. La sua esistenza è grigia, pronta alla sconfitta. L’improvviso ritrovamento di una bambina all’interno della base lo spinge ad adoperarsi per cercare aiuto, per assicurare una forma di salvezza alla piccola Iris. Augustine capta così una richiesta di contatto dalla nave spaziale Aether, dove c’è la scienziata Sully (Felicity Jones). Due avamposti diversi, distanti, ma accomunati dalla ricerca disperata di segnali di speranza.
Cosa funziona del film? Anzitutto la messa in scena, quell’atmosfera così siderale che pervade il racconto, scenario di un viaggio solitario nelle pieghe del buio, quelle dello Spazio e insieme dell’animo umano. Il personaggio Augustine all’inizio abita una mondo privo di colori, sbiaditi via con la crisi imperante; l’incontro con una bambina, Iris, simbolo di una vita che si rinnova nonostante il decadimento del Pianeta, lo spinge a non lasciarsi andare. Il racconto è condotto con chiara eleganza e l’enigma di fondo viene gestito dalla regia di Clooney con accuratezza e prudenza; spiace però constatare che lungo il binario narrativo sorgono non poche incongruenze e soluzioni abbastanza inverosimili, facendo capitolare il racconto in un finale frettoloso e poco risolto. Peccato, soprattutto date le premesse iniziali. Un plauso comunque a George Clooney, che si conferma un artista completo e sempre in cerca di sperimentazione. Dal punto di vista pastorale “The Midnight Sky” è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e in successive occasioni di dibattito sul rapporto uomo-spazio, finito-infinito, uomo-natura, vita-morte, rapporto padre-figlio.