THE TOURIST

Valutazione
Consigliabile, Semplice
Tematica
Giallo - Triller
Genere
Thriller
Regia
Florian Henckel von Donnersmarck
Durata
103'
Anno di uscita
2010
Nazionalità
Stati Uniti
Distribuzione
01 Distribution
Soggetto e Sceneggiatura
Julian Fellowes, Christopher McQuarrie, Jeffrey Nachmanoff basato sulla sceneggiatura del film "Anthony Zimmer" di Jerome Salle da lui stesso diretto
Musiche
James Newton Howard
Montaggio
Patricia Rommel, Joe Hutshing

Orig.: Stati Uniti (2010) - Sogg.: basato sulla sceneggiatura del film "Anthony Zimmer" di Jerome Salle (2005) da lui stesso diretto - Scenegg.: Julian Fellowes, Christopher McQuarrie, Jeffrey Nachmanoff - Fotogr.(Scope/a colori): John Seale - Mus.: James Newton Howard - Montagg.: Patricia Rommel, Joe Hutshing - Dur.: 103' - Produz.: Graham King, Tim Headington, Gary Barber, Roger Birnbaum, Jonathan Glickman.

Interpreti e ruoli

Johnny Depp (Frank Taylor), Angelina Jolie (Elise Clifton Ward), Paul Bettany (Acheson), Timothy Dalton (Jones), Steven Berkoff (Ivan Demidov), Rufus Sewell (uomo inglese), Christian De Sica (Lombardi), Neri Marcorè (receptionist), Alessio Boni (sergente Interpol), Daniele Pecci (agente Interpol), Raoul Bova (conte Filippo Gaggia), Nino Frassica (carabiniere), Renato Scarpa (il sarto), Maurizio Casagrande (cameriere)

Soggetto

Sul treno per Venezia si conoscono l'affascinante Elise e Frank, un turista americano in viaggio per dimenticare la perdita della moglie. Frank viene scambiato per un inglese che ha sottratto un'ingente somma di denaro ed è ricercato da polizia inglese e da un trafficante internazionale. Elise sta al gioco e trascina Frank in giro per Venezia. Ma forse costui è veramente l'inglese ricercato che ha cambiato connotati.

Valutazione Pastorale

Si tratta di un thriller che parte con molte belle intenzioni ma poi si tiene sui modesti livelli della rimasticatura di altre storie del 'genere' ben più azzeccate. In effetti la suspence latita, solo in qualche momento il regista riesce a tirare fuori dallo scenario veneziano quelle atmosfere utili a ricordarci l'ottima impressione lasciata dal suo precedente titolo "Le vite degli altri". In qualche modo il copione è troppo bloccato sui due divi protagonisti, sulla loro necessità di dividersi ugualmente gli spazi, sulla gara ad atteggiarsi nel modo più 'misterioso' possibile. Dopo aver inutilmente aspettato qualche colpo di scena sul tema del 'doppio' o di una possibile, multiforme verità, si inclina verso un affrettato e quasi strozzato finale, che lascia tutti insodddisfatti. Resta un prodotto ben confezionato, ben girato, da valutare dal punto di vista pastorale, come consigliabile e nell'insieme semplice.

Utilizzazione

Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria.

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