Till. Il coraggio di una madre

Valutazione
Consigliabile, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Adolescenza, Dolore, Donna, Emarginazione, Famiglia - genitori figli, Giustizia, Politica-Società, Razzismo, Solidarietà, Storia, Violenza
Genere
Drammatico
Regia
Chinonye Chukwu
Durata
130'
Anno di uscita
2023
Nazionalità
Stati Uniti d'America, Regno Unito
Titolo Originale
Till
Distribuzione
United Artists, Universal Pictures
Soggetto e Sceneggiatura
Chinonye Chukwu, Michael Reilly, Keith Beauchamp
Fotografia
Bobby Bukowski
Musiche
Abel Korzeniowski
Montaggio
Ron Patane
Produzione
Orion Pictures, EON Productions, Frederick Zollo Productions, Whoop, Inc.

Interpreti e ruoli

Danielle Deadwyler (Mamie Till Mobley), Jalyn Hall (Emmet Till), Frankie Faison (John Carthan), Haley Bennett (Carolyn Bryant), Whoopi Goldberg (Alma), Sean Patrick Thomas (Gene), Ed Amatrudo (J.J. Breland), Jayme Lawson (Myrlie Evers)

Soggetto

Chicago, 1955. Emmett, 14 anni, vive con la madre Mamie Till Bradley, vedova di guerra. Il ragazzo chiede alla donna di passare una settimana con gli zii e i cugini in Mississippi. Piena di dubbi e paure Mamie gli dà il permesso. Emmett però non tornerà….

Valutazione Pastorale

“Till. Il coraggio di una madre” racconta la storia di Mamie Till Bradley e di suo figlio Emmet. La regista Chinonye Chukwu, nigeriana naturalizzata americana, al suo secondo lungometraggio dopo “Clemency” – premiato al Sundance Film Festival nel 2019 –, ne ha scritto la sceneggiatura con Michael Reilly e Keith Beauchamp, che già nel 2015 si era occupato della vicenda nel documentario “The Untold Story of Emmett Louis Till”. Nell’estate del 1955 il quattordicenne afroamericano Emmett Till vive a Chicago con sua madre, vedova di guerra. Il ragazzo vuole passare una settimana dai cugini in Mississippi e dopo molte insistenze ottiene il permesso. Mamie ha paura e, mentre accompagna il figlio alla stazione, lo mette in guardia sui comportamenti che dovrà tenere, soprattutto rispetto ai bianchi. Ma Emmet è giovane, entusiasta, pieno di vita: un tenero, simpatico e incontenibile chiacchierone. E si mette nei guai. Accusato di essersi comportato in maniera inappropriata con una donna bianca, una notte viene prelevato dalla casa degli zii, picchiato a morte e gettato nel fiume. Mamie, distrutta dal dolore, va a recuperare il corpo del figlio e decide di mostrare a tutti quello che gli è stato fatto: nella camera ardente e durante il funerale la bara viene tenuta sempre aperta. I colpevoli saranno individuati ma, dopo un breve processo, poco più che una farsa, saranno tutti assolti. Non solo, tempo dopo, protetti dalla stessa legge, ammetteranno tranquillamente le proprie responsabilità in un’intervista. Mamie dedicherà il resto della sua vita alla battaglia per i diritti civili degli afroamericani. “Till. Il coraggio di una madre” è un film essenziale e diretto, purtroppo tristemente attuale e, proprio per questo, necessario. La cronaca degli Stati Uniti di questi ultimi anni non lascia dubbi al riguardo. Protagonista indiscussa è Mamie (una straordinaria Danielle Deadwyler), donna determinata, disperata e coraggiosa. Mostra tutto il suo dolore, non se ne vergogna, non lo frena ma neppure lo ostenta. Affronta tutto e tutti, anche l’occhio impietoso delle telecamere, perché quello che è successo a suo figlio non accada mai più. Una menzione particolare merita senza dubbio Jalyn Hall (già visto in “Space Jam: New Legends”, 2021): il suo Emmet fa sorridere e commuove. Whoopi Goldberg, tra i produttori, si ritaglia il ruolo della madre di Mamie, Alma. Dal punto di vista pastorale “Till. Il coraggio di una madre” è consigliabile, problematico e adatto per dibattiti anche in chiave educativa.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in molte altre occasioni di dibattito, in primis nelle scuole superiori. In presenza di minori è bene considerare l’accompagnamento di adulti ed educatori che aiutino a contestualizzare la vicenda.

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