TRA DUE DONNE

Valutazione
Inconsistente, velleitario
Tematica
Letteratura, Matrimonio - coppia, Storia
Genere
Drammatico
Regia
Alberto Ferrari
Durata
95'
Anno di uscita
2001
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
/////
Distribuzione
Istituto Luce
Soggetto e Sceneggiatura
Luigi Lunari, Alberto Ferrari Luigi Lunari dal romanzo "Dio ne scampi dagli Orsenigo" di Vittorio Imbriani
Musiche
Alessandro Boriani
Montaggio
Ilaria Fraioli

Orig.: Italia (2000) - Sogg.: Luigi Lunari dal romanzo "Dio ne scampi dagli Orsenigo" di Vittorio Imbriani - Scenegg.: Luigi Lunari, Alberto Ferrari - Fotogr.(Panoramica/a colori): Claudia Meloni - Mus.: Alessandro Boriani - Montagg.: Ilaria Fraioli - Dur.: 95' - Produz.: Giovanni Saulini.

Interpreti e ruoli

Gianmarco Piacentini (Maurizio Della Morte), Francesca Giovannetti (Almerinda Ruglia), Alessandra Casella (Radegonda Orsenigo Salmoiraghi), Gerardo Amato

Soggetto

Torino, 1950. Da uno studio la voce f.c. di un uomo informa di aver preso la decisione di scrivere le proprie memorie. Il flashback parte da Napoli, intorno al 1914. Maurizio Della Morte, capitano dell'esercito, ha una relazione con Almerinda, moglie di Francesco Ruglia, la quale però conserva molti scrupoli e sensi di colpa. Quando in città arriva l'amica Radegonda Orsenigo Salmoiraghi, Almerinda si fa convincere da lei a troncare la relazione. Disperato, Maurizio vorrebbe morire. Parte allora per la guerra, viene ferito, e, ricoverato in ospedale, è curato proprio da Radegonda, innamorata di lui. Maurizio si lascia andare a questa relazione, e i due, morto il marito di lei, vanno a vivere insieme. Trasferitisi a Torino, lui continua a giocare a carte e ad accumulare debiti, che lei paga regolarmente. Sfidato a duello, Maurizio viene ferito. Passano molti anni. Il capitano scrive che ormai ha deciso di uccidere Radegonda. Intanto nello studio entra il loro figlio diciottenne, che esegue una romanza di Tosti. E Maurizio dice a Radegonda di essere felice.

Valutazione Pastorale

Il copione é tratto da "Dio ne scampi dagli Orsenigo" scritto nel 1876 da Vittorio Imbriani, letterato e romanziere che, nato a Napoli, studiò a lungo a Zurigo e si riconobbe nel movimento della cosiddetta 'scapigliatura' del Secondo Ottocento. Il romanzo é un affresco puntuale, tra ironia e dramma, di un'Italia con un occhio rivolto al passato e l'altro proteso su un incerto futuro. Il clima risorgimentale domina costumi e abitudini. Tra le due caste dominanti, quella dei militari e quella dei nobili, la borghesia sta cercando con fatica di conquistarsi uno spazio che non ha mai avuto. Sul terreno dei sentimenti si gioca il risultato della partita. L'operazione del regista è coraggiosa e interessante, ma al tempo stesso fa capire quanta 'distanza' culturale e mentale ci sia oggi per gli avvenimenti di quegli anni. Pur avendo spostato in avanti la vicenda, dovendo però restare a contatto con amori e passioni, con l'interscambio di ruoli tra vittima e carnefice, con la presenza di elementi quali la guerra, l'onore, il duello, Ferrari smarrisce la giusta strada, non riesce ad entrare nelle venature psicologiche del testo e deve limitarsi a fare della semplice, e non sempre riuscita, illustrazione dei fatti. Trattandosi di una occasione mancata per riportare l'attenzione su momenti quasi sconosciuti della nostra Storia, il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come inconsistente, e nell'insieme velleitario. UTILIZZAZIONE: anche se non ben riuscito, il film può essere proposto in occasioni mirate nell'ambito dei rapporti cinema/letteratura, e come richiami ad un romanziere (Vittorio Imbriani) meritevole di attenzione e di studio.

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