TULPAN – La ragazza che non c’era

Valutazione
poetico, Raccomandabile
Tematica
Animali, Famiglia, Giovani, Lavoro, Povertà-Emarginazione
Genere
Commedia
Regia
Sergey Dvortzevoy
Durata
100'
Anno di uscita
2009
Nazionalità
Germania, Kazakistan, Polonia, Russia, Svizzera
Titolo Originale
Tulpan
Distribuzione
Bim Distribuzione
Musiche
Peter Braker
Montaggio
Isabel Meier, Petar Markovic

Orig.: Kazakistan/Germania/Svizzera/Russia/Polonia (2005) - Sogg. e scenegg.: Sergey Dvortzevoy, Gennadi Ostrovsky - Fotogr.(Normale/a colori): Jolanta Dylewska - Mus.: Peter Braker (supervisore) - Montagg.: Isabel Meier, Petar Markovic - Dur.: 100' - Produz.: Karl Baumgartner, Thanassis Karathanos.

Interpreti e ruoli

Askhat Kuchencherekov (Asa), Ondas Besikbasov (Ondas), Samal Esljamova (Samal), Tulepbergen Baisakalov (Boni), Bereke Turganbayev (Beke), Nurzhigit Zhapabayev (Nuka), Mahabbat Turganbayeva (Maha), Amangeldi Nurzhanbayev (padre di Tulpan), Tazhyban Kalykulova . (madre di Tulpan)

Soggetto

Finito il servizio militare in marina, il giovane Asa torna dai suoi familiari, pastori nella steppa del Kazakistan. Vorrebbe prendere moglie ma Tulpan, l'unica ragazza presente in zona, lo rifiuta a causa dei suoi orecchi a sventola. Asa non si scoraggia, cerca di avvicinare Tulpan, osteggiato dai genitori di lei. Quando il vento si alza e arriva la brutta stagione, per la famiglia di pastori é il momento di smontare la grande casa/tenda e rimettersi in marcia. Asa voleva andare da solo in città ma poi ci ripensa e torna con loro.

Valutazione Pastorale

Un copione estremamente esile sotto il profilo narrativo (succede poco o niente) diventa il punto di partenza per comporre una elegia forte e a tratti struggente sul rapporto tra sogni e realtà, paura e speranza, solitudine e condivisione. Asa vive le aspirazioni della sua età giovanile: l'idea di una vita migliore, il miraggio della città e di tutte le sue seduzioni. Nella steppa il grado zero del rapporto con la natura impone visioni differenti. Bisogna aiutare gli animali, essere al loro servizio, seguire il volgere delle stagioni. Si snoda nel copione una geografia dell'anima, acuta e accorata. Il lavoro, la famiglia, il futuro: tutto si proietta nell'infinito spazio del deserto, tutto è diverso eppure tutto è uguale. Piccoli dolori, grandi rinuncie, sorrisi accennati, sguardo metafisico sugli sbalzi del cuore che non si rassegna alla razionalità del vero. Un poemetto dai mille spunti, profondo e coinvolgente che, dal punto di vista pastorale, é da valutare come raccomandabile e decisamente poetico.

Utilizzazione

Il film é da utilizzare in programmazione ordinaria e in seguito come prodotto di grande rilievo antropologico e intimista.

Le altre valutazioni

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