UN BOSS SOTTO STRESS

Valutazione
Discutibile, grossolanità
Tematica
Amicizia, Famiglia - genitori figli, Mafia
Genere
Farsesco
Regia
Harold Ramis
Durata
94'
Anno di uscita
2003
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
Analyze that
Distribuzione
Warner Bros Italia
Musiche
David Holmes
Montaggio
Andrew Mondshein

Orig.: Stati Uniti (2002) - Sogg. e scenegg.: Peter Steinfeld, Peter Tolan, Harold Ramis - Fotogr.(Panoramica/a colori): Ellen Kuras - Mus.: David Holmes - Montagg.: Andrew Mondshein - Dur.: 94' - Produz.: Paula Weinstein, Jane Rosenthal.

Interpreti e ruoli

Robert De Niro (Paul Vitti), Billy Crystal (Ben Sobel), Lisa Kudrov (Laura Sobel), Joe Vitarelli (Jelly), Cathy Moriarty-Gentile (Patty Lopresti), Anthony La Paglia

Soggetto

Nel carcere dove deve scontare una lunga condanna, il boss mafioso Paul Vitti si rende conto che qualcuno lo vuole eliminare. Allora finge di essere preda di una acuta forma di follia e catatonia che induce il direttore a chiamare il suo analista Ben e ad affidarglielo in custodia. Inutilmente oppostosi, Ben si vede costretto ad ospitare Paul in casa propria, e da quel momento la vita della famiglia Sobel non é più la stessa. Paul infatti ben presto riprende i contatti con la banda di un tempo, torna ad occuparsi delle rivalità per il controllo del territorio, mette a punto il piano per una rapina di lingotti al deposito federale. Rivelatasi inutile la possibilità offertagli di diventare consulente per una serie televisiva sui gangster, Ben è incapace di opporsi alla prepotenza di Paul. L'atterrito analista si trova così costretto a partecipare alla rapina, che va a buon fine. Ben, che non ha ancora superato il dolore per la recente perdita del padre, ha un momento di smarrimento e, a quel ricordo, anche Paul si commuove, ricorda il proprio genitore, e piange. I 50 lingotti vengono restituiti. Paul e Ben si abbracciano sul ponte di Brooklin. Ognuno riprende la propria strada.

Valutazione Pastorale

Nel riprendere i protagonisti del precedente "Terapie e pallottole", (cfr.) questo 'sequel' mostra molto affanno, poca convinzione e grande confusione. I temi della malattia, della malavita organizzata, dei mass-media tra realtà e finzione sono un facile pretesto per mettere insieme una storiella sterotipata e improbabile. Non mancavano spunti che potevano suscitare maggiore interesse: l'imprevisto in famiglia da gestire, il rapporto con la figura paterna, il recupero di una dimensione fanciullesca nel gusto per l'avventura e per l'imprevisto. Ma tutto è appena abbozzato, soprattutto sovrastato da toni eccessivi, gridati, urlati che fanno prevalere il tono farsesco su passaggi più rari di una comicità misurata e simpatica. Tra alti e bassi, si tratta di un film mancato ( di cui non si auspica un terzo capitolo) che, dal punto di vista pastorale, é da valutare come discutibile, e segnato da grossolanità. UTILIZZAZIONE: il film può essere usato in programmazione ordinaria, tenendo presenti i limiti sopra accennati. Da trascurare anche in vita di eventuali passaggi televisivi.

Le altre valutazioni

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