UOMINI D’ONORE

Valutazione
Discutibile, Crudezze
Tematica
Mafia
Genere
Drammatico
Regia
William Reilly
Durata
110'
Anno di uscita
1991
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
MEN OF RESPECT
Distribuzione
Columbia Tri Star Films Italia
Soggetto e Sceneggiatura
William Reilly
Musiche
Misha Segal
Montaggio
Elizabeth Kling

Sogg. e Scenegg.: William Reilly - Fotogr.: (normale/a colori) Bobby Burowski - Mus.: Misha Segal - Montagg.: Elizabeth Kling - Dur.: 110' - Produz.: Ephraim Horowitz - Vietato ai minori degli anni quattordici

Interpreti e ruoli

John Turturro (Mike Battaglia), Katherine Borowitz (Ruthie), Dennis Farina (Bankie Como), Peter Boyle (Duffy), Stanley Tucci (Mal D'Amico), Steven Wright, Rod Steiger, Lilia Skala

Soggetto

una terribile sparatoria avviene in un ristorante di una città americana. Mafiosi importanti sono assassinati da un gruppetto di uomini del clan di Charlie D'Amico agli ordini di Mike Battaglia. Le fortune di D'Amico, con la scomparsa dei suoi nemici in quel massacro, sono salve ed il giovane duro e spietato viene per ricompensa ammesso tra gli "uomini d'onore" e promosso a "capo regime". Il suo avvenire è ora nelle mani del Padrino Mike, ma la moglie Ruthie Battaglia è un'ambiziosa. Il successo ed i riconoscimenti al marito non le bastano. Un vortice di delitti coinvolge e travolge la coppia. D'Amico muore pugnalato da Mike durante una notte passata in casa dei Battaglia, mentre Ruthie ha avvelenato due sicari di guardia. I due giovani figli di Charlie sono, per intanto, costretti a cambiare città, mentre Como un amico di Charlie si allontana e Duffy l'irlandese si separa dal clan e dagli affari in comune. Mike è turbato da visioni orribili e fissato in ossessioni maniacali: un veggente gli ha nel frattempo predetto che egli perderà un giorno la vita per mano "di uno non partorito da donna", e tanto basta a rassicurarlo sul punto cruciale. Altro delitto è la uccisione di Como, amico di Mike da lungo tempo, sulla soglia di un negozio: rimane però vivo il figlio di costui Philly, che era in sua compagnia ed ora il giovanotto si aggiunge agli obiettivi ed agli incubi della coppia Battaglia. Chi vuole vendicarsi è Duffy. Una bomba nell'auto ha fatto strage di moglie e figlio: Duffy si mette d'accordo sia con gli eredi D'Amico, sia con Carmelo Rossi (a suo tempo consigliere di Charlie e da questi mandato all'improvviso in pensione), reclamando tuttavia per sé la vendetta contro Mike. Mentre Ruthie - ormai semifolle anch'essa - si suicida, Duffy uccide Mike: l'irlandese era nato, come dice, da una donna appena morta, dal cui ventre era stato tolto il feto ancora vivo e vitale. Poiché Cosa Nostra è notoriamente fondata su tradizioni e rituali ferrei, nella ristretta cerchia che ne costituisce il vertice viene accolto come "uomo d'onore" Como, colui che forse un giorno diventerà a sua volta Padrino.

Valutazione Pastorale

fasti e nefasti del potere mafioso sono, per tragiche esperienze quotidiane, personali e collettive, sotto gli occhi di tutti. È, dunque, superfluo ripetere che la realtà supera e di molto la fantasia. Poiché Mafia e Cosa Nostra costituiscono un potere, non è né arbitrario, né illegittimo che William Reilly soggettista e regista abbia avuto la pensata di richiamarsi al Macbeth - che è la tragedia appunto del potere - per una trasposizione (più esattamente, per una interpretazione) filmica in chiave moderna, che pone il Re e la sua diabolica Lady a campeggiare nel mondo delittuoso della società attuale. Tutto sommato è fedele all'impianto scenico di Shakespeare, per frequenti e puntigliosi richiami e riferimenti, manca però del respiro di quella tragedia e della sua orrenda maestà, che le sparatorie nei bar, i soliti sgarri e gli intrighi di clan neppure scalfiscono. Parimente facile è considerare la veggente con le sue predizioni come un rimpiazzo delle celebri streghe a fini pratici, valido per il finale, anche a sottolineare il principio che nel rituale mafioso giòcano pure superstizione e magia. Sangue, sparatorie, vendetta e delitto sono la inesorabile catena della vicenda, che trascorre fra i soliti baci di uomini che, per essere d'onore, hanno sempre in tasca coltelli e rivoltelle, i riti consueti a base di ferite iniziatiche e grandi profferte di amicizia con pacche sulle spalle (cordiali e ammonitrici insieme), oltre agli inequivocabili silenzi. La cornice ed il clima, dunque, sono assicurati dal punto di vista spettacolare. Quello che invece manca nei due personaggi fondamentali è il contenuto macbethiano nella sua valenza tragica. Le paure e gli incubi di Mike Battaglia - per lo meno come l'interprete John Turturro li esprime - fanno pensare più ad uno psicopatico che ghigna e va in giro con occhi allucinati, che a un delinquente incallito. Lo stesso può dirsi per Ruthie, migliore nella sua divorante ambizione all'inizio, allorchè stimola al delitto e all'audacia, più piatta dopo, più colorata con il sangue che la ossessiona, che non viva e terrificante quanto a disegno psicologico. Il film intende proporsi come denuncia di una situazione sociale abnorme e scandalosa, di una metastasi mostruosa e che, presentando la radiografia di un campionario di orrori e nequizie, non si è pensato certamente di condividerne le losche ragioni.

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