Utama – Le terre dimenticate

Valutazione
poetico, Raccomandabile, Adatto per dibattiti
Tematica
Amore-Sentimenti, Animali, Anziani, Ecologia, Famiglia, Famiglia - genitori figli, Malattia
Genere
Drammatico
Regia
Alejandro Loayza-Grisi
Durata
87'
Anno di uscita
2022
Nazionalità
Bolivia
Titolo Originale
Utama
Distribuzione
Officine UBU
Soggetto e Sceneggiatura
Alejandro Loayza-Grisi
Fotografia
Barbara Alvarez
Montaggio
Fernando Epstein
Produzione
Santiago Loayza Grisi, Federico Moreira

Il film rappresenterà la Bolivia agli Oscar 2023

Interpreti e ruoli

José Calcina (Virginio), Luisa Quispe (Sisa), Santos Choque (Clever)

Soggetto

Virginio e Sisa, anziani quechua, vivono sull’arido altipiano della Bolivia, cercando di strappare alla terra quel tanto che basta al loro sostentamento. Un giorno, inaspettatamente, il nipote Clever si presenta alla loro porta. I nonni sono contenti, ma Virginio sospetta subito che il vero motivo della sua visita sia quello di provare a convincerli a trasferirsi in città.

Valutazione Pastorale

Alejandro Loayza-Grisi, classe 1985, con il suo primo lungometraggio “Utama. Le terre dimenticate”, ci porta in Bolivia, sugli altipiani aridi e soleggiati, dove una coppia di anziani quechua (antica etnia diffusa tra Perù, Bolivia ed Ecuador) vive strappando alla terra quel poco che la prolungata siccità permette ancora di ricavare. Virginio è un allevatore di lama ed ogni giorno percorrere parecchi chilometri per trovare di che nutrirli; Sisa si occupa della casa e, tra i suoi compiti principali, c’è quello di procurarsi l’acqua traendola dal pozzo del vicino villaggio. Un giorno, però, il pozzo si esaurisce e la donna è costretta ad allontanarsi molto per raggiungere un fiumiciattolo la cui portata si riduce sempre di più. Quando il nipote Clever si presenza a casa la sorpresa e la gioia sono grandi, ma il nonno sospetta subito che il ragazzo sia stato mandato dal padre per convincerli ad abbandonare la vecchia casa e trasferirsi in città, come del resto ha già fatto la maggioranza degli abitanti del villaggio. Sisa non è del tutto contraria ma Virginio non sente ragioni: quella è la sua casa e da lì non si muoverà. L’uomo, però, è malato e non riesce più a minimizzare i colpi di tosse, sempre più frequenti, che lo scuotono e lo indeboliscono. Superando l’ostinazione contraria del nonno Clever trova il modo di farlo visitare da un medico. La diagnosi è senza speranza, ma questo il vecchio Virginio lo sapeva già, cercava solo di tenerlo nascosto alla moglie, per un misto di pudore e orgoglio, per non farla preoccupare. Sarà Isa, alla fine, a dover decidere. Girato sugli altipiani andini della Bolivia, “Utama. Le terre dimenticate” è un film potente e poetico. Immergendoci in una natura selvaggia e bellissima, abbagliati da un sole cocente e impietoso, Loayza-Grisi ci racconta questa storia “piccola”, di gente semplice, legata alle antiche tradizioni e a una terra che l’irresponsabilità degli uomini sta trasformando in deserto. Il giovane Clever non riesce a capire e ad accettare questo attaccamento viscerale: è troppo “cittadino”. E, forse, neanche noi. Vincitore del Gran premio della giuria al Sundance Film Festival 2022, il film “Utama. Le terre dimenticate” è raccomandabile, poetico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in contesti educativi, quale occasione per riflettere su temi legati all'ecologia, sull'importanza delle tradizioni e dei legami familiari.

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