Sogg.: tratto dal romanzo "Leaving Las Vegas" di John O' Brien- Scenegg.: Mike Figgis - Fotogr.: (panoramica / a colori) Declan Quinn - Mus.: Mike Figgis - Montagg.: John Smith - Dur.: 110' - Produz.: Lila Cazes, Annie Stewart
Interpreti e ruoli
Nicolas Cage (Ben), Elizabeth Shue (Sara), Julian Sands (Yuri), Richard Lewis, Steven Weber, Valeria Golino, Mike Figgis, Waldemar Kali-nowski, Ed Lauter, Vincent Ward, Thomas Kopache, David Kriegel, Mari-ska Hargitay, Marek Strabroswski, Laurie Metcalf, David Brisbin, Julian Lennon, Bob Rafelson, Michael Goorjian, Jeremy Jordan, David Lee Will-son, Lou Rawls.
Soggetto
Lo sceneggiatore Ben, un alcolizzato cronico, dopo essere stato licenziato, brucia quasi tutti i suoi effetti, passaporto compreso, e realizzati i suoi risparmi decide di andare ad ubriacarsi fino a morire a Las Vegas. Qui incontra Sara, una prostituta di origini russe, anch'essa fuggita da Los Ange-les e dal protettore Yuri, che però l'ha seguita e la obbliga a lavorare nuova-mente per lui. Ma la mafia russa uccide l'uomo. Sara, libera, e incuriosita da Ben che pur incapace di possederla fisicamente stimola la sua curiosità e la sua pietà, lo accoglie in casa, anche se lui la mette in guardia sul futuro ine-vitabile che dovrà affrontare. I due vanno a giocare al Casinò, ma lui dà in escandescenze e lei deve salvarlo dalla vigilanza. Si scambiano regali e sorri-si, e decidono di andare in vacanza in un motel deserto, ma anche qui vengo-no respinti per le intemperanze di lui. Sara, dopo aver invano implorato Ben di chiamare un medico, esce per guadagnare del denaro. Ben va al casinò e gioca: le sue vincite attirano una prostituta con la quale Sara lo trova al rien-tro. Offesa, lo caccia. La donna, distrutta nel morale, commette poi l'impru-denza di accompagnarsi a tre giovani di un college che la seviziano. Poi una sera ecco giungere la telefonata di Ben: è allo stremo. In un ultimo sussulto di vita fa l'amore con lei prima di spirare all'alba del mattino seguente.
Valutazione Pastorale
"Io avevo bisogno del suo dolore, lui del mio", dichiara la protagonista nel finale all'invisibile psicologo cui si confida perio-dicamente, e queste parole possono ben fare da suggello ad una storia di vite allo sbando. La fragilità e l'incapacità di affrontare in modo adulto e respon-sabile le difficoltà della vita è una caratteristica di tutti coloro che cedono alla droga o vendono sé stessi al migliore offerente o alle circostanze. Ben beve perché la sua famiglia è dissolta; Sara è venuta dall'Est col miraggio di una nuova vita e costretta al solito a fare la prostituta e nella sua psicolabi-lità, crede persino di amare il suo "protettore" Yuri. La libertà da Yuri, otte-nuta per caso, viene rinnegata da Sara, che si lega ad uomo condannato alla dissoluzione: in Ben essa trova una fragilità più profonda della sua, che può finalmente far vibrare in lei una forza, quella della compassione, che finora riservava solo a sé stessa ed alla sua sorte infelice, fatta di continue rese incondizionate a gente capace solo di usarla e gettarla. Più istintivo l'attacca-mento infantile di Ben, che la vede come un angelo, un ultimo sprazzo di sole al morire di una lunga giornata di nebbia sempre più fosca e pestilenzia-le. Purtroppo però il film affoga in un linguaggio ed in situazioni di un'osce-nità e di una sordida crudezza che non possono venire accettate come reali-stica testimonianza di un mondo (quello del vizio) che tutti conosciamo, ma suonano invece come la consueta ricerca di dettagli scabrosi o crudi per sti-molare le tensione scandalistica e le prurigini del pubblico.