VIA LATTEA… LA PRIMA A DESTRA

Valutazione
Inaccettabile, Insulso
Tematica
Genere
Favola
Regia
Ninì Grassia
Durata
90'
Anno di uscita
1994
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
VIA LATTEA... LA PRIMA A DESTRA
Distribuzione
Indipendenti Regionali
Soggetto e Sceneggiatura
Ninì Grassia
Musiche
Aldo Tamborrelli
Montaggio
Carlo Pulerà

Sogg. e Scenegg.: Ninì Grassia - Fotogr.: (panoramica/a colori) Luigi Ciccarese - Mus.: Aldo Tamborrelli - Montagg.: Carlo Pulerà - Dur.: 90' - Produz.: P.A.G. Film International

Interpreti e ruoli

Marco Perutz (Gesù), Raffaella Bonfiglioli (Elena), Silvio Ciammarughi (Mirko/Paolino), Benedetto Casillo (San Gennaro), Gegia (Karion), Carlo Croccolo ., Diego Verdegiglio, Susanna Bugatti, Antonio Vergara, Emy Valentino, Aldo Massasso, Renato Carotenuto

Soggetto

nel 3987, sul pianeta Konda, condannato alla separazione dai genitori ed all'esilio in un lontano pianeta, il piccolo Mirko viene inviato dalla sua tutrice, Karion, sulla Terra di 2000 anni prima, dove, fatta amicizia con un cane randagio, Guaglione, conosce Elena, insegnante in un orfanotrofio, la quale lo prende a ben volere e lo fa ospitare nell'Istituto. Con il nome di Paolino (nome assunto dopo averlo letto sulla pubblicità di un ristorante), dopo un fallito tentativo del direttore dell'orfanotrofio di Roccamonfina di affidarlo ad una facoltosa coppia di coniugi, Paolino rientra nell'istituto e qui scopre la sua vocazione di calciatore, e nello stesso tempo ha modo di colloquiare con Gesù e San Gennaro. Elena, ignara della natura del misterioso ed avvenente amico di Paolino, si innamora addirittura di Gesù, mentre San Gennaro riceve la telefonata da Padova dell'amico Sant'Antonio che decide di venirlo a trovare. Giunto, con l'inseparabile giglio, a Roccamonfina, scopre che San Gennaro sta arbitrando l'incontro organizzato per reperire fondi per l'erigendo campo di calcio dell'istituto, incontro vinto grazie alle doti di goleador di Paolino. Al Santo di Padova non resta che fare il tifo a bordo campo, nonchè, nella successiva festa in discoteca in cui anche San Gennaro si cimenta nel ballo, chiedere a Gesù licenza di miracolo, cosa che innesca una polemica con San Gennaro, messo da qualche tempo a regime per pregressi abusi taumaturgici. Paolino, pur essendo scaduta la pena dell'esilio, preferisce restare sulla Terra, e chiede consiglio a Gesù, che appare ora in vesti bianche, rivelando la sua vera natura ad Elena, che si inginocchia devotamente, sublimando all'istante il suo terreno sentimento. Gesù consiglia a Paolino di buttar via lo Sberodyn, il marchingegno che permette a Karion di controllarlo, ed a restare con i suoi nuovi amici.

Valutazione Pastorale

si tratta di approssimativo, brutto, inutile cinema: cinema che improvvisa, che finisce per coprire di ridicolo, in un clima da farsa da oratorio, argomenti di per sè importanti come l'abbandono, l'adozione, l'amicizia e, soprattutto, il rapporto col trascendente. Tutto appare farsesco, ai limiti dell'indisponente: dalle incredibili caricature di un San Gennaro buffonesco e di un Sant'Antonio che sul toupet porta addirittura una chierica di stoffa cucita, alla recitazione degli interpreti o alla figura di Gesù. Stupisce che copioni del genere ingannino l'acume di coloro che finiscono per finanziarli, forse attirati dall'argomento ma ignari dell'abisso che divide un'idea o un soggetto buttato giù per sommi capi, dalla sceneggiatura e dalla realizzazione di un film. Il risultato sono operazioni del genere, tanto più controproducenti quanto più frutto di una evidente buona fede che purtroppo non è surrogata da pari talento, operazioni che usate in senso contrario potrebbero rivelarsi addirittura lesive per una cultura da sempre stigmatizzata come quella cattolica.

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