WATER

Valutazione
Accettabile, Problematico, dibattiti
Tematica
Bambini, Donna, Storia, Tematiche religiose
Genere
Drammatico
Regia
Deepa Metha
Durata
113'
Anno di uscita
2006
Nazionalità
Canada, India
Titolo Originale
Water
Distribuzione
CDE-Videa/ Warner Bros Italia
Musiche
Mychael Danna
Montaggio
Colin Monie

Orig.: Canada/India (2005) - Sogg. e scenegg.: Deepa Mehta - Fotogr.(Panoramica/a colori): Giles Nuttgens - Mus.: Mychael Danna - Montagg.: Colin Monie - Dur.: 113' - Produz.: David Hamilton.

Interpreti e ruoli

Sarala (Chuyia), Lisa Ray (Kalyani), John Abraham (Narayan), Seema Biswas (Shakuntala), Kulbhushan Kharbanda (Sadananda), Waheeda Rehman (Bhagavati), Raghuvir Yadav (Gulabi), Vinay Pathak (Rabindra), Rishma Malik . (Snehalata)

Soggetto

India, 1938. Data in sposa ad un uomo molto anziano che di li a poco muore, la piccola Chuya, 8 anni, deve cominciare a fare la vita della vedova: nella città sacra di Benares, vive tra altre vedove un'esistenza scandita da regole ferree, disciplina e solitudine. Qualcosa però sta cambiando. Una nuova legge permette alle vedove di risposarsi, mentre la voce di Gandhi chiede la soppressione delle divisioni in caste e l'indipendenza del Paese. Chuya sente che stanno arrivando tempi migliori. Gli inglesi scarcerano Gandhi. Chuya viene liberata dal suo luogo di prigionia. Alla stazione eccola salire in treno, proprio vicino al Mahatma.

Valutazione Pastorale

Siamo con chiarezza nell'ambito di un cinema di denuncia, che rilegge la storia passata ma non lontana dell'India per guardare all'oggi, perv capire che cosa è veramente cambiato, e cosa é rimasto uguale. La regista si schiera dalla parte delle protagoniste, di cui descrive con partecipazione i dolori, gli strappi affettivi, le violenze fatte ai sentimenti. Evitando banali cadute in un femminismo ormai fuori tempo, la Metha dice senza gridare l'insostenibilità di certe situazioni, lascia parlare cornici ambientali di grande fascino, crea le premesse per una simbiosi essere umano/ambiente affidata a squarci di profondo lirismo. Da indiana, e in linea con certi umori della propria cultura, non evita qualche caduta nel melò, con sprazzi di romanticisimo 'rosa' e un suicidio un po'da feuilleton. Ma il dramma c'è, interpella e chiede risposte precise. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come accettabile, problematico, e adatto per dibattiti. UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e proposto in altre occasioni come avvio alla riflessione sui molti argomenti trattati.

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