Whitney: una voce diventata leggenda

Valutazione
Consigliabile, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Alcolismo, Amicizia, Amore-Sentimenti, Arte, Denaro, Donna, Droga, Famiglia, Famiglia - genitori figli, Mass-media, Matrimonio - coppia, Media, Metafore del nostro tempo, Musica, Omosessualità, Storia
Genere
Biografico - Drammatico, Musicale
Regia
Kasi Lemmons
Durata
146'
Anno di uscita
2022
Nazionalità
Usa
Titolo Originale
I Wanna Dance with Somebody
Distribuzione
Warner Bros Italia
Soggetto e Sceneggiatura
Anthony McCarten
Fotografia
Barry Ackroyd
Montaggio
Daysha Broadway
Produzione
TriStar Pictures, Compelling Pictures, Black Label Media, Primary Wave Entertainment, Muse of Fire Productions, West Madison Entertainment

Interpreti e ruoli

Naomi Ackie (Whitney Houston), Stanley Tucci (Clive Davis), Nafessa Williams (Robyn), Tamara Tunie (Cissy Houston), Clarke Peters . (John Houston), Ashton Sanders (Bobby Brown), Bria Danielle Singleton (Bobbi Kristina)

Soggetto

Nata a Newark, New Jersey, nel 1963, Whitney Elizabeth Houston è da subito introdotta nel mondo musicale dalla madre cantante, Cissy. A farle da manager il rigido padre John e Robyn, primo amore della Houston e poi amica fidata per tutta la vita. La svolta arriva nel 1983, quando viene scoperta dall’influente discografico Clive Davis. Da lì giungono i più grandi successi, l’incursione a Hollywood con il film “The Bodyguard”, il matrimonio con il cantante R&B Bobby Brown, la nascita della figlia Bobbi Kristina e il contestuale scivolamento nella droga, che piano piano la divorerà insieme ai tormenti per l’irrequietezza del marito e la gestione opaca del suo patrimonio da parte del padre.

Valutazione Pastorale

Negli ultimi anni Hollywood ha dato ampio spazio ai film biografici sulle grandi star della musica, titoli che hanno guadagnato facilmente la strada degli Oscar: tra i più recenti ricordiamo “Bohemian Rhapsody” (2018) di Bryan Singer sui Queen e Freddie Mercury, con Rami Malek vincitore dell’ambita statuetta; “Rocketman” (2019) di Dexter Fletcher su Elton John, Oscar miglior canzone; e “Gli Stati Uniti contro Billie Holiday” (2021) di Lee Daniels, con Andra Day vincitrice del Golden Globe e nomination agli Academy. Insomma, storie coinvolgenti su voci straordinarie. Nei cinema per Natale arriva ora “Whitney: Una Voce Diventata Leggenda” (“I Wanna Dance with Somebody”) diretto da Kasi Lemmons (suo è “Harriet” del 2019) su sceneggiatura del più volte candidato all’Oscar Anthony McCarten (ha firmato i copioni di: “La teoria del tutto”, “L’ora più buia”, “Bohemian Rhapsody” e “I due papi”). Il film si concentra sulla carriera, sulla vita, dell’artista Whitney Houston, l’ascesa nell’olimpo della musica mondiale, i numeri da record dei suoi album – oltre 200milioni di dischi venduti, con il primato di 7 hit consecutive al primo posto in classifica –, ma anche le sue origini, gli amori e la vertigine della droga, che alla fine ha avuto la meglio su di lei stroncandola a 48 anni nel 2012. Targato Sony, il film è prodotto dal noto discografico Clive Davis che ha scoperto e lanciato la Houston. La storia. Nata a Newark, New Jersey, nel 1963, Whitney Elizabeth Houston (Naomi Ackie) è da subito introdotta nel mondo musicale dalla madre cantante Cissy (Tamara Tunie); Whitney beneficia inoltre delle influenze artistiche della cugina Dionne Warwick e della madrina Aretha Franklin. A farle da manager il rigido padre John (Clarke Peters) e Robyn (Nafessa Williams), primo amore della Houston e poi amica fidata per tutta la vita. La svolta arriva nel 1983, quando viene scoperta dall’influente discografico Clive Davis (Stanley Tucci) che le fa firmare un contratto con l’etichetta Arista. Da lì giungono i più grandi successi, l’incursione a Hollywood con il film “The Bodyguard”, come pure il matrimonio con il cantante R&B Bobby Brown (Ashton Sanders), la nascita della figlia Bobbi Kristina e il contestuale scivolamento nella droga, che piano piano la divorerà insieme ai tormenti per l’irrequietezza del marito e la gestione opaca del suo patrimonio da parte del padre. Perché non perdere il film “Whitney: Una Voce Diventata Leggenda”? Anzitutto perché costituisce un riuscito e intenso omaggio alla storia di una grande artista, Whitney Houston. Seppure apparentemente si posizioni sullo schema narrativo di molti biopic musicali di matrice hollywoodiana, con il rischio di spiaggiarsi in racconti patinati, il film in realtà possiede una marcia in più: concede molto spazio alla componente musicale, ai brani iconici della cantante che hanno segnato tre decenni e diverse generazioni: “Greatest Love of All”, “I Wanna Dance with Somebody”, “I Will Always Love You”, “Run to You”, “It's Not Right but It's Okay” e “I Didn't Know My Own Strength”. Compreso un medley finale, di cui non diciamo nulla, semplicemente straordinario, da brividi. Ancora, il film “Whitney: Una Voce Diventata Leggenda” merita di essere visto per le performance messa a punto dagli interpreti, in particolare quelle di Naomi Ackie, Stanley Tucci e Tamara Tunie. Soprattutto la Ackie fa un lavoro accurato, sofisticato, di mimesi fisica-espressiva della cantante; la ricorda nei gesti, nella postura, nell’abbigliamento, nel modo in cui sta sul palco e domina la scena. Il film non trascura gli snodi problematici della storia della cantante, ma non insiste né in maniera morbosa sulla relazione problematica con il marito Bobby Brown né sulla dipendenza distruttiva dalla droga. Lo sceneggiatore sceglie opportunamente di non rimestare nel dolore, nella vertigine del male, ma di concentrarsi soprattutto sulla sorprendente storia di un’artista fuori dal comune, detta The Voice, che purtroppo ha incontrato un finale tragico. La sua eredità musicale, però, resta e risuona forte, trascinante, viva. Consigliabile, problematico, per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni di dibattito.

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