WILL HUNTING GENIO RIBELLE

Valutazione
Accettabile-riserve, Complesso, dibattiti***
Tematica
Amicizia, Giovani, Psicologia, Scuola
Genere
Drammatico
Regia
Gus Van Sant
Durata
123'
Anno di uscita
1998
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
GOOD WILL HUNTING
Distribuzione
Cecchi Gori Distribuzione
Soggetto e Sceneggiatura
Matt Damon
Musiche
Danny Elfman
Montaggio
Pietro Scalia

Sogg.: Matt Damon - Sce-negg.: Matt Damon, Ben Affleck - Fotogr.: (Normale/a colori) Jean Yves Escoffier - Mus.: Danny Elfman - Montagg.: Pietro Scalia - Dur.: 123' -Produz.: Lawrence Bender

Interpreti e ruoli

Robin Williams (Sean Mc Guire), Matt Damon (Will Hunting), Ben Affleck (Chuckie), Minnie Driver (Skylar), Stellan Skarsgard (Lambeau), John Mighton (Tam), Rachel Majowski (Krystin), Colleen Mc Cauley, Casey Affleck, Cole Hauser, Francesco Clemente, George Plimpton.

Soggetto

Nei quartieri poveri a sud di Boston, Will Hunting, venti anni, vive in modo precario e disordinato insieme ad alcuni amici teppisti e guadagna qualcosa, lavorando come inserviente nel dipartimento di matematica del famoso MIT. Tra una chiacchiera e l'altra, e in incontri occasionali, Will si lascia andare ad improvvise citazioni storiche e risolve senza fatica un proble-ma di matematica che sembrava difficilissimo. Tutto ciò attira l'attenzione del prof. Lambeau, che comincia a seguire Will fin quando il ragazzo, arrestato dopo l'ennesima rissa in un bar, viene condannato alla prigione. Lambeau interviene e ottiene la libertà, promettendo al giudice di affidarlo, per un ade-guato trattamento, ad uno psicologo. Dapprima Will deride i medici che prova-no a curarlo, poi Lambeau decide di affidarsi a Sean, vecchio compagno di università. I due cominciano a parlare. Sean ha perso da poco la moglie, ed è un vuoto che non riesce ancora ad assorbire. Will lo capisce e se ne serve per metterlo in difficoltà. Tra i due si instaura un rapporto difficile ma molto schietto che tuttavia sembra sfociare in una rottura. Molto seccato per l'anda-mento delle cose, Lambeau rimprovera aspramente Sean, facendo riaffiorare antichi attriti dei tempi dell'università. Intanto Will, che ha rifiutato importanti proposte di lavoro, conosce Skylar, una studentessa di Harvard, con la quale inizia una relazione. Skylar gli confessa di essere innamorata ma lui rifiuta qualunque discorso affettivo, memore delle delusioni e delle violenze ricevute durante l'infanzia e l'adolescenza. Avendo passato le stesse difficoltà, Sean trova finalmente gli argomenti e le parole giuste per arrivare ad una nuova comprensione con il suo paziente, che alla fine scoppia in lacrime e si lascia convincere ad andare in California a raggiungere la ragazza che lo ama. Will allora parte sull'auto che gli amici gli hanno regalato per i suoi 21 anni.

Valutazione Pastorale

Matt Damon, il giovane attore protagonista, è anche l’autore del soggetto. L’aveva preparato come tesi di scrittura creativa quando era studente ad Harward nel 1992, poi, insieme all’amico coetaneo Ben Affleck, l’aveva ripreso e rielaborato fino a farne una sceneggiatura completa. Nel copione i due autori hanno descritto lo stato psicologico ed esistenziale di tanta gioventù americana: l’infanzia difficile, la paura di crescere, la schermatura di sé stessi di fronte all’esterno. Reso diffidente da esperienze dolorose, Will porta con sé i guasti di un ambiente negativo e tuttavia, pur continuando a scontrarsi, prende coscienza della propria nonvita, intuisce di non dover sprecare il talento di cui è in possesso, si lascia andare alla comprensione, all’amore, forse alla costruzione di qualcosa di più solido. Affidato a situazioni drammatiche autentiche e sincere (anche se, in qualche momento, un po’ insistite: troppe parole e troppe parolacce), il film si segnala per la forza con cui sottolinea l’importanza di valori positivi nella crescita dell’individuo: la necessità di dare e ricevere fiducia, il colloquio, l’importanza degli affetti. Tutti elementi che si intrecciano con altri (la presenza e il ruolo dello psicanalista) a costruire un quadro movimentato e intenso. Ne deriva, dal punto di vista pastorale, un film senz’altro complesso, da accettare sia pure con qualche riserva, per alcune situazioni un po’ meno sorvegliate. Da consigliare anche per dibattiti. Utilizzazione: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, con attenzione per i minori. Opportuna la proposta in situazioni ristrette, per discutere di temi legati all’infanzia difficile, al rapporto con la famiglia, all’affermazione di sé stessi. Il film ha anche qualche tono di denuncia nei confronti di un modo di curare queste situazioni con troppa sicurezza e superficialità. Può risultare utile anche per educatori, nei confronti di situazioni di disagio giovanile.

Le altre valutazioni

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