YOUTH – LA GIOVINEZZA

Valutazione
Complesso, Problematico, dibattiti **
Tematica
Amicizia, Anziani, Cinema nel cinema, Famiglia - genitori figli, Metafore del nostro tempo
Genere
Drammatico
Regia
Paolo Sorrentino
Durata
118'
Anno di uscita
2015
Nazionalità
Francia, Italia, Regno Unito, Svizera
Titolo Originale
/////
Distribuzione
Medusa Film
Musiche
David Lang
Montaggio
Cristiano Travaglioli

Orig.: Italia/Francia/Regno Unito/Svizzera (2015) - Sogg. e scenegg.: Paolo Sorrentino - Fotogr.(Scope/a colori): Luca Bigazzi - Mus.: David Lang - Montagg.: Cristiano Travaglioli - Dur.: 118' - Produz.: Nicola Giuliano, Francesca Cima, Carlotta Calori per Indigo Films in collaborazione con Medusa Film, Barbary Films, Pathé, France 2 Cinema, Number 9 Films, C Films.

Interpreti e ruoli

Michael Caine (Fred Ballinger), Harvey Keitel (Mick Boyle), Rachel Weisz (Lena), Paul Dano (Jimmy Tree), Mark Kozelek (se stesso), Robert Seethaler (Luca Moroder), Alex Macqueen (emissario della Regina), Luna Mijovic (massaggiatrice), Tom Lipinski (sceneggiatore innamorato), Chloe Pirrie (sceneggiatrice), Alex Beckett (sceneggiatore intellettuale), Nate Dern (sceneggiatore buffo), Mark Gessner (sceneggiatore timido), Paloma Faith (se stessa), Ed Stoppard (Julian), Sonia Gessner (Melanie), Madalina Ghenea (miss Universo), Sumi Jo (se stessa), Jane Fonda (Brenda Morel)

Soggetto

In un grande, elegante albergo ai piedi delle Alpi svizzere, Fred e Mick, vecchi amici alla soglia degli ottant'anni, si ritrovano per trascorre insieme una vacanza primaverile. Già compositore e direttore d'orchestra, Fred si considera ormai in pensione e respinge con decisione la richiesta di andare a Londra a dirigere un concerto per la Regina Elisabetta. Mick è regista, ha fatto undici film per il cinema e sta ora ultimando lo script di quello che dovrebbe diventare il suo 'testamento'. Fred e Mick avvertono il lento trascorrere dei giorni. Con Fred c'è la figlia Lena, pronta a partire con il marito per la Polinesia. Il giorno prima però il viaggio salta: il marito ha rivelato alla donna di essersi innamorato di un'altra. Il marito è il figlio di Mick e questo alimenta molte discussioni tra i due. Mentre Fred passa le giornate tra sedute di massaggi, relax in piscina e passeggiate sui monti, Mick lavora con i suoi collaboratori alla messa a punto del copione cui manca un finale convincente. Quando la soluzione giusta sembra trovata, arriva nell'albergo Brenda Morel, l'attrice preferita di Mick. La donna fa sapere che non intende più fare il film e rovescia su Mick molte scomode verità. Il regista sembra assorbire il colpo ma poi si deprime e si getta dalla finestra dell'albergo. Per superare questa perdita, Fred decide di andare a Venezia sulla tomba della moglie. Quindi lo vediamo entrare alla Royal Opera House di Londra, per dirigere il concerto sulle proprie musiche alla presenza della Regina e del consorte Filippo.

Valutazione Pastorale

Paolo Sorrentino continua a giocare con il contrasto tra i titoli e il contenuto dei propri film. Ne "La grande bellezza" (Oscar 2014), Roma appariva veramente tale solo nella ariosa, liberatoria sequenza conclusiva dopo lunghi, inquietanti, decadenti ritratti all'insegna di rinuncia e abbandono. Qui protagonisti di "Youth" sono due signori ottantenni che all'interno di un lussuoso resort riflettono sull'unica cosa che per loro si sta esaurendo: la giovinezza, appunto. "L'età della pace" definiva la vecchiaia un film di qualche anno fa. Non parlare di cinema è quasi impossibile. Mick è regista alla caccia dell'opera definitiva, del film che lascerà il segno. Ma arriva Brenda/Jane Fonda a smontarne gli entusiasmi. Nell'albergo/sanatorio la vita scorre in tutte le forme, anche quelle più imprevedibili (attori in cerca di rilancio, bambini prodigio, coppie scoppiate, ex artisti anche dello sport, santoni zen...). La coppia Fred/Mick cammina, osserva, riflette, medita sul trascorrere del tempo. I motivi per essere giustamente arrabbiati sarebbero molti, ma la senilità induce alla calma e alla comprensione. Oppure alla rinuncia. Le conseguenze della (mancanza) dell'amore si avvertono: c'è molta dolcezza ed è assente la rabbia disperata che aggrediva la realtà e chiedeva ribellione. L'unità di luogo è una scelta strategica che non rimanda solo alle terme felliniane di "8 1/2" ma consente di aprire un ampio ventaglio di agganci tematici. Affascina la leggerezza con cui Sorrentino governa gli imprevedibili mutamenti del caso, la capacità di montare immagini di suadente efficacia, di profonda complessità espressiva, di costeggiare in forme anche beffarde il girotondo della perdita di senso. Forse qualche simbologia di troppo (le mucche, gli orologi, le finte arrampicate: la Svizzera proprio non piace?) arriva a frenare compattezza e dialettica. Ma sono difetti lievi all'interno di un affresco ispido e composito, commosso e dolente, lucido e determinato. Il copione smuove la mestizia e apre alla metafora. Comunque esempio di una accresciuta maturità, conferma di una qualità più alta che ha voglia e necessità di andare incontro ai temi ultimi, ai misteri insondabili. Con l'aiuto di attori di formidabile interiorità e saggezza interpretativa. Con uno sguardo aperto e lontano, oltre quelle immobili montagne e verso la vita che c'è dopo di loro. Se così non fosse, perché dedicare il film a Francesco Rosi, maestro del realismo? Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni come prova d'autore di qualità e di respiro internazionale. La profondità degli argomenti e il ricercato taglio espressivo lo rendono meno fruibile da parte dei minori e piccoli.

Le altre valutazioni

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