Sogg.: Fiorella Infascelli - Scenegg.: Patrizia Pistagnesi, Fiorelia Infascelli - Fotogr.: (normale/a colori) Acacio De Almeida - Mus.: Charlie Parker - Montagg.: Claudio Di Mauro - Dur.. 102' - Produz.: Leader Cinematografica, Raidue , French Production
Interpreti e ruoli
Philippe Noiret (Alberto Ragonelli), Macha Meril (Caterina), Chiara Caselli (Isabella), Lucrezia Lante Della Rovere (Anna), Andrea Prodan (Giulio), Robert Patterson (Lello), Fiorenzo Fiorentini, Lou Castel, Renzo Montagnani, Francesca Martana, Memè Perlini .
Soggetto
in una grande villa in riva al Tirreno vive l'anomala famiglia di Isabella Ragonelli: la madre Caterina, già moglie di un caduto in Russia nel corso della Seconda Guerra Mondiale con la figlia Anna, poi unitasi ad Alberto Raganelli, stravagante produttore cinematografico, più i due figli di costui, Lello e Giulio, avuti dalla prima moglie. Alberto, che alterna buoni successi a momenti difficili (mancanza di finanziamenti, sequestri), è un patriarca bizzarro, che passa tranquillamente dalle grida e ceffoni, a tenerezze e allegria. Il rapporto di Isabella con il padre è pieno di spigoli: lei crescerà, assisterà a liti e riappacificazioni, vivrà le sue avventurette di amore, soffrirà per la morte (un incidente) di Lello ma, diventata adulta, potrà rinnovare la propria vita dedicandosi a quel Cinema che il padre amava tanto, tra fallimenti e successi, negli anni fortunosi dell'Italia del boom.
Valutazione Pastorale
l'ultimo film di Fiorella Infascelli è in parte un omaggio al defunto padre Carlo e, per altro verso, un collage di ricordi dall'infanzia all'età adulta sul piano autobiografico: il quale piano è sempre difficile ad essere trasformato in nostalgia ed in forma d'arte. Infascelli padre era uomo geniale e caotico, produttore, spesso disinvolto manipolatore dei film che acquistava a Stoccolma come ad Hollywood tanto da farne di quattro un quinto: un tipo di umori alterni, tuttavia generoso e cordiale, spesso in soldi, a volte senza più mobili in casa. Solo da adulta la spigolosa Isabella (in cui evidentemente la regista si riconosce) migliorerà un rapporto difficile e ciò nella comune passione per il Cinema. Nel film si ha il quadro affettuoso di una grande famiglia, curiosamente composta, con personalità differenti, ma in sostanza festosa e vorticante sul perno paterno, in quella villa accanto al mare di Ansedonia. Il film di Isabella Infascelli abbonda di piccole notazioni, di ricordi non annebbiati e di immagini realistiche, in definitiva gradevoli. Difetta tuttavia di approfondimento e, per così dire di colpi d'ala: nessuna plausibile spiegazione, per esempio, sul vero "perché" della brusca relazione padre-figlia, anche se è evidente la gelosia di quest'ultima per la sorella maggiore Anna. "Zuppa di pesce" ha una indubbia freschezza, è come un contenitore di memorie e ricordi, a volte divertenti (le grandi tavolate di familiari e amici), molto spesso però di scarso impatto sullo spettatore. Il montaggio è curato. Non esaltante l'interpretazione: Chiara Caselli è più legnosa che ruvida e Philippe Noiret migliore nel registro malinconico, che in quello dell'invadenza.